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L’idrante antincendio è una strumentazione nata per combattere la propagazione degli incendi, composta da un tubo avvolgibile che estratto riesce a coprire un’estensione di diversi metri.
Il tubo è collegato all’impianto idraulico e prevede un immissione e un gettito di acqua di una potenza tale da placare le fiamme, ecco perché è necessario sia dotato nella parte finale di una valvola che ne regoli il gettito, a seconda del flusso di acqua desiderato. Scopri il Corso Antincendio Milano, consulta le date i costi e gli sconti.
Importante è il collegamento con la rete idrica senza la quale non è possibile accedere all’acqua, che deve avvenire in modo diretto collegando direttamente l’impianto alle tubazioni.
L’idrante per poter essere ritenuto a norma deve necessariamente presentare secondo le “Disposizioni in materia di incendi comunitarie” la sigla “CE” che ne certifica la qualità dei materiali.
Lo scopo è tutelare la salute e l’integrità degli ambiente oltre che evitare e ridurre l’afflusso nell’atmosfera di materiale inquinante.
Va precisato che l’acqua va usata solo in determinati tipi di incendi, nel senso che potrebbe in alcuni casi comportare un incremento delle fiamme.
La normativa “UNI 10779” parla di incendi di “classe A” ossia tutti quelli che non sono il frutto della combustione di materiali “sotto tensione” ivi compresi alcune categorie di metallo.
Gli idranti antincendio richiedono per poter essere applicati che i luoghi adibiti abbiano determinate caratteristiche tecniche al fine di garantire la possibilità di destreggiarsi per lo spegnimento dell’incendio, si deve, dunque, trattare di luoghi accessibili.
Tali idranti vanno manovrati con cura e regolati, in quanto un getto d’acqua eccessivamente forte potrebbe incentivare le fiamme anziché spegnerle.
Gli idranti anticendio si presentano sotto tre forme:
- “Idranti a muro UNI 45 e naspi”
- “Idranti sottosuolo”
- “Idranti soprasuolo”
Idrante Antincendio e Idrante a muro
Una delle tipologie di idranti presenti sul mercato sono gli idranti a muro detti anche “cassette antincendio“, si tratta di piccole cassette presenti sulle pareti in cui è presente l’idrante.
La cassetta contiene l’attacco al rubinetto collegato all’idrante per la fuoriuscita di acqua, il tubo avvolto ed estraibile e sulla parte finale dello stesso il manichetto per regolare il flusso dell’acqua.
Il tubo è avvolto in modo tale da non produrre danni alla manicotto che va a regolare il flusso dell’acqua, e riposto in questa casetta trasparente fatta di vetro da infrangere o con l’apposizione di un’anta, da utilizzare solo in caso di emergenza.
Predisporre un idrante a muro richiede che i luoghi siano munito di alcune caratteristiche che consentano l’accessibilità a tali supporti.
L’idrante a muro va istallato in modo tale da essere facilmente visibile in caso di necessità e non vi siano elementi che ne disturbino l’utilizzo, ideale è vicino alle uscite realizzate per i casi di emergenza.
Idrante a colonna Soprasuolo Uni 70 e 45. Portata
Vi sono diverse tipologie di idranti da soprasuolo per interni ed esterni.
“L’UNI 45” è un idrante da soprasuolo per interni a muro, ideato e progettato per piccoli incendi da domare a distanza ravvicinata, con una portata di “120 litri/min.P: 2 bar”.
“L’UNI 70” riguarda la tutela degli ambienti esterni e rientra nella categoria degli idranti soprasuolo comunemente indicati con l’appellativo di a “colonna” sono in genere presente nelle aree pubbliche come parcheggi o zone industriali e condominiali.
Tali idranti per questioni di sicurezza vengono collocati ad una distanza per legge pari 5 o 10 m dalla lunghezza dei fabbricati presenti, in base a quanto statuito nella normativa “UNI 10779”.
Si contraddistinguono per il loro colore rosso acceso che ne favorisce l’individuazione “RAL 3000”.
Venendo posizionati all’esterno, al fine di proteggere gli stessi dagli agenti atmosferici, sono dotati di un sistema “anti-gelo”, lo scopo è evitare che l’acqua delle tubature possa congelarsi e determinare il malfunzionamento della colonnina.
“L’UNI 70” è stato ideato per combattere la diffusone di incendi pericolosi al punto da richiedere di essere dislocati ad una certa distanza di protezione.
Grazie ai dispositivi “UNI 70” è possibile contrastare tale tipologia di incendi, in quanto l’idrante ha un raggio di azione a distanza elevato e una portata di ben “300 litri/min P: 3 o 4 bar “.
Manichetta idrante e Pompieri
La manichetta idrante si compone di un tubo avvolgibile flessibile o semirigido adibito per il passaggio del flusso dell’acqua o schiuma nel caso di incendi, collegato alla rete idrica.
Il collegamento alla rete idrica può avvenire tramite l’impiego di raccordi, si distinguono i “raccordi Guillemin” e i “raccordi Storz”, adottati dai vari paesi.
Le manichette antincendio al fine di non usurarsi e resistere al tempo e agli utilizzi richiedono che il tubo sia costruito con l’impiego di materiale in poliestere per la parte esterna e per gli interni in gomma.
L’impiego delle stesse impone che si adoperi per la loro realizzazione, infatti, di un materiale che risulti asciugarsi in fretta.
Dopo l’impiego delle manichette, una pratica utilizzata in alcune caserme dei pompieri è distendere interamente le stesse al fine di svuotarle dei residui di acqua e schiuma per poterle, poi, in seguito, riutilizzare.
Manichette antincendio prezzi
I prezzi delle manichette sono variabili e dipendono da una serie fattori come la lunghezza, la qualità del materiale, la potenza, se si tratta di manichette per interni o esterni.
Si può passare da un costo di 30 euro per un manichetta di emergenza base fino ad arrivare a migliaia di euro come nel caso di manichette adibitie alla protezione degli ambienti esterni.
Manichette antincendio UNI 45
Tale tipologia di macchinette presenta un diametro corrispondente ai 45 centimetri.
Nate nel 1989 a seguito dell’emanazione della normativa “UNI 9487”, la legge impone che per la loro conformità ai parametri in essa stabiliti tali manichette presentino sulle stesse l’indicazione della sigla “UNI 9487”, la denominazione del costruttore, i riferimenti numerici in relazione al diametro e la lunghezza e l’anno in cui sono state prodotte ed immesse in commercio.
Differenza tra naspo e idrante
I naspi antincendio rappresentano un ibrido nati dalla combinazione tra un normale estintore ed un idrante a muro, richiedono per il loro impiego specifiche competenze tecniche.
A seguito di specifiche ricerche sono stati considerati degli strumenti validi, dalla stessa Commissione Europea, per combattere gli incendi grazie alla possibilità di usufruire di un getto di acqua costante e diretto.
Si suole confondere i naspi con gli idranti, in realtà vi sono alcune differenze che vanno prese in considerazione.
I naspi sono idranti composti da un “tubo semirigido” della larghezza di 25 mm, tale tubo avvolgibile viene conservato in una cassetta costruita a muro chiusa con anta semi apribile.
Nella parte finale il tubo presenta una “valvola a saracinesca” al fine di regolare il flusso dell’acqua e garantirne il passaggio.
Viceversa, gli idranti, sono custoditi in una cassetta dove il tubo in questo caso “flessibile” è collegato ad un rubinetto interno e presenta un diametro di ben 45 centimetri.
La cassetta è chiusa da un vetro da infrangere in caso di utilizzo.
Diverse sono, poi, le modalità di utilizzo, il naspo fa sì che non sia richiesto l’intervento di più addetti per la sua attivazione, peraltro la tubina si allunga fin dove necessario e non si srotola tutta evitando di creare intralcio nell’operazione.
I naspi si prediligono laddove si tratti di situazioni di minor pericolo.
Cassetta idrante
Le cassette idrante “UNI 45” antincendio vanno progettate in conformità ai parametri delineati dalla “UNI 45 e 70”, al fine di contenere il tubo nella sua estensione.
Esse devono essere strutturate in modo tale da poter contenere avvolto il tubo e far si che lo stesso sia riposto sena danneggiare il manicotto presente sulla parte finale.
Le cassette devono essere realizzate in modo tale da essere facilmente rintracciabili e distinte, ecco per cui si utilizza il colore rosso vivo e apposite segnalazione per individuare le medesime.
Il colore rosso è standard, tuttavia, le forme delle cassette possono essere le più varie così come i materiali utilizzati per la loro realizzazione si va dal comune acciaio alla plastica e il vetro.
Tutte le cassette sono munite di un’anta di chiusura che può essere semi apribile o composta da un vetro da infrangere nel caso si manifesti un incendio, si tratta della lastra “safe cash”, un particolare tipo di vetro che non provoca lesioni a chi deve romperle per utilizzare l’attrezzatura.
Colonnine antincendio
Le colonnine antincendio si dislocano negli ambienti aperti e si caratterizzano per la loro forma a colonna che li contraddistingue per la funzione a cui sono adibiti.
Il colore rosso e la possibilità di collegare i bocchettoni dei vigili del fuoco con le relative tubature offrono la possibilità di fronteggiare incendi di elevate dimensioni anche a grandi distanze grazie ad un getto d’acqua costante.
Le colonnine possono essere utilizzate solo se predisposte le “chiavi di manovra” al fine di evitare che se ne faccia un uso improprio.